Gli esperti hanno trovato un modo efficace per combattere il Parkison. Che cosa è stato scoperto nello specifico?
Una delle patologie più diffuse del mondo è il morbo di Parkinson. Si tratta di una sindrome caratterizzata da una forte rigidità muscolare e che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi. Il tremore durante lo stato di riposo è fra le cause più comuni. Inoltre può aumentare i disturbi di ansia e provoca difficoltà ad iniziare o terminare i movimenti. Anche il disturbo legato all’equilibrio o all’andatura impacciata è un esempio.
Per fortuna non è una malattia mortale ed è possibile conviverci senza problemi. Però molte persone devono seguire un trattamento specifico per riuscire a gestirla e a vivere ogni giorno. Gli scienziati potrebbero aver trovato una soluzione a questa sindrome. Difatti hanno condotto degli esperimenti per aiutare tutti coloro che sono affetti dal morbo di Parkinson. Che cosa hanno scoperto di molto interessante?
L’idea è quella di introdurre un microchip nel cervello di queste persone. Ad occuparsene da diverso tempo è proprio Neuralink, la società gestita da Elon Musk in persona. Questi chip avrebbero il compito di tenere a bada la malattia nel corso del tempo. E se fino a questo momento non c’era mai stata alcuna conferma, adesso abbiamo un caso in Italia di cui parlare. Gabriel Selmi è il primo italiano che si è sottoposto a un intervento di installazione del microchip.
Dopo alcuni mesi dall’operazione ha ripreso a pedalare sulla propria bici. Inoltre non ha avuto problemi con altre attività diversamente da prima dell’intervento. Questo perché il microchip permette una stimolazione dei nuclei del cervello e registra l’attività motoria. Grazie a queste informazioni gli scienziati sono in grado di ottenere maggiori dettagli sugli effetti del chip quando viene installato con successo.
Per funzionare i medici hanno introdotto un elettrodo di 1 millimetro nel nucleo subtalamico. Si tratta della regione del cervello coinvolta nella regolazione dei movimenti volontari. Così facendo i neurologi hanno regolato la stimolazione dell’elettrodo. E i risultati che sono stati ottenuti sono di enorme portata, in questo caso. Staremo a vedere se anche tanti altri italiani seguiranno la stessa strada di Gabriel Selmi. Le sperimentazioni sono andate molto bene e per ora non sembra che ci siano stati problemi.
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